Ho fatto e faccio malissimo molte cose, ma una cosa la faccio bene: trito tutto e ottengo un distillato. Questo distillato è il senso della vita.
Tutto quello che ho fatto e che continuo a fare è solo un mezzo per capire il senso della vita. L’essenza delle cose è nascosta nella materia e la materia la si comprende dando senso alle cose. In fin dei conti l’universo è semplice, crea cose complesse ma è incredibilmente semplice. E’ composto da un elemento fondamentale, un minimo comune multiplo che costituisce ogni cosa. Tutto dipende dalla sua dimensione, dalla sua temperatura e dalla sua velocità. Questo è la causa della vita, della materia e dell’anima.
Ogni mia esperienza gira intorno a questo concetto di elemento. Tutte le mie attività girano intorno a questo elemento. Ogni forma complessa dei miei lavori, delle mie ricerche e delle mie sperimentazioni ha come fine ultimo la comprensione e la spiegazione di questo elemento fondamentale. Le mie ricerche e le mie esperienze di scultore, pittore, falegname, fabbro, inventore, musicista, cantante, compositore, chimico, fisico, fotografo, filmaker, postproduttore, disegnatore, progettista, tornitore, ecc., non sono fine a sé stesse. Scolpisco ma non sono uno scultore, invento ma non sono un inventore, ricerco ma non sono un ricercatore, canto ma non sono un cantante, disegno, progetto, compongo musica, suono strumenti musicali, ma non sono un disegnatore, un progettista, un compositore, un musicista. In ogni settore in cui opero esistono milioni di operatori molto più bravi, competenti ed esperti di me. Le mie attività sono esperienze comparative, ogni mia attività è complementare all’altra, scolpisco per la pagnotta, progetto e scolpisco per mantenere la famiglia e le mie ricerche, ricerco per ricavare il meglio dalle mie attività, invento per agevolare le entrate e le attività. In sintesi mi mantengo agli studi.
Oggi il mondo si è evoluto in attività iper specialistiche e iper specializzate. Ogni attività ha necessità di interventi esterni di altre attività, manca quindi una visione completa e globale in ogni settore micro e macro e ogni settore è dipendente da altri settori. La mia invece è un’organizzazione globale ed eclettica, con visione a 360° sui diversi campi. La mia è un’organizzazione comparativa, in cui la prova del nove sulle cose è costante e giornaliera e si propaga su costanti incroci di esperimenti che spaziano da un’attività ad un’altra. Un chimico specializzato non può comprendere il senso del taglio del marmo sotto una macchina a controllo numerico con disco diamantato che gira a 1450 RPM. O un architetto che progetta una facciata in pietra naturale non può comprendere il significato del grado di imbibizione e di gelività dei materiali se non a livello teorico, perché solo l’esperienza dello scultore o dell’artigiano può spiegare perché a parità di grado di imbibizione, un vaso reagisce più drasticamente di una colonna. Così come le mani in pasta di un intonacatore reagiscono diversamente dalle mani in pasta di un terracottaio. La legge delle ottave che regola la scala musicale è la stessa legge delle ottave che regola l’universo o i pixel video-fotografici, ma il musicista, lo scienziato e il fotografo vivono il proprio mondo distaccati gli uni dagli altri, e al fotografo poco importa della legge delle ottave del sistema solare o degli esopianeti.
Ecco, al mondo di oggi manca una visione a 360° dello scibile umano, un’organizzazione che ottimizzi ogni attività e che riduca al massimo gli sprechi. Nel mio laboratorio viene utilizzata una smerigliatrice per opere metalliche, per opere lignee, per opere scultoree, per opere lapidee, per controforme in resina, per impasti cementizi, gessosi e collanti. Una sola smerigliatrice per dieci diverse attività! Questa si chiama ottimizzazione. I miei computer hanno hard disk per i fotomontaggi, per i progetti, per i montaggi video, per le attività produttive, per le organizzazioni strategiche, per la realizzazione cataloghi, per il marketing e per la commercializzazione. Tutto questo solo nel mio ufficio e solo dalle mie mani. Questo intendo per ottimizzazione. Gli iper specialisti sono una santa realtà, ma essi sono nulla senza un regista parziale, e i registi parziali sono nulla senza un regista generale. A sostegno dei registi generali occorre il regista universale. Per questo ho pensato al Movimento Centro Universale. Il Centro Universale vuole accogliere specialisti che incrocino il loro sapere con altri specialisti, in una costante prova del nove di confronti incrociati che percorrono a braccetto la stessa via verso la conoscenza e il miglioramento della vita.
Giuseppe Calò